Lc 3,1-6
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto.
Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa:
«Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni burrone sarà riempito,
ogni monte e ogni colle sarà abbassato;
le vie tortuose diverranno diritte
e quelle impervie, spianate.
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».
La parola di Dio venne su Giovanni
Da quando l’uomo esiste sulla terra, anche prima del peccato di disobbedienza di Eva e Adamo, sempre il Signore ha manifestato all’uomo il suo volere per mezzo della Parola. È dal dono della Parola che la storia cambia e si trasforma. Il serpente ascolta la Parola del Signore e sa che un giorno la sua testa sarà schiacciata. Noè ascolta la Parola e sa che dovrà costruire un’arca per la salvezza della vita degli uomini e degli animali sulla terra. Abramo ascolta la Parola, lascia la terra. È la Parola che gli dice che nella sua discendenza saranno benedette tutte le tribù e le nazioni del mondo. Giacobbe, in cerca di un rifugio sicuro, sa, per ascolto della Parola, che Dio sarà con lui che lo farà ritornare nella terra di Canaan.
A Giuseppe il Signore parla attraverso dei sogni carichi di mistero. Con Mosè Dio parla faccia a faccia come un uomo parla con un altro uomo. Sappiamo che Samuele non fece cadere a vuoto nessuna Parola del Signore.
Tutti i profeti sono voce prestata alla Parola di Dio perché essa risuonasse in mezzo al suo popolo. Dove non c’è la Parola, la storia rimane immobile, non cambia.
Giovanni il Battista è il più grande tra tutti i nati da donna. Non solo lui è pieno di Spirito Santo fin dal grembo della madre. Non solo lo Spirito del Signore sempre lo conduce e lo guida. Lui inizia la sua missione quando la Parola di Dio viene su di lui. Scende la Parola, inizia la missione. Dove non c’è Parola che scende non c’è missione. La missione altro non è che il dono della Parola di Dio. Dona la Parola di Dio colui al quale Dio dona la sua Parola. Con Gesù invece avviene un cambiamento sostanziale, perché la Persona di Gesù è sostanzialmente differente da ogni altra persona. Gesù nella sua Persona e natura divina è Dio. Il Padre a Lui si è consegnato in ogni cosa.
Tutto ha messo nel suo cuore: la Parola da dire e le opere da compiere. Gesù non dice e non opera in modo autonomo, ma sempre vivendo nella perfetta comunione dello Spirito Santo. È lo Spirito che sempre gli fa dire la Parola del Padre ed è Lui che lo muove per compiere le opere di Dio. La Parola non scende su Gesù, perché Lui è la Parola. Pur essendo Lui la Parola, essa va sempre proferita secondo l’intelligenza, la verità, la conoscenza, la scienza, il consiglio dello Spirito Santo. Tutto nella Trinità avviene nella comunione dello Spirito Santo e tutto nella Persona incarnata di Gesù.
I discepoli non sono Parola, in essi non vi è alcuna identificazione sostanziale, essenziale con la Parola. Mentre gli antichi profeti ricevano la Parola da Dio, i discepoli devono sempre riceverla da Cristo Gesù. Ma questo non basta. Devono sempre viverla e annunziarla nella perfetta comunione dello Spirito Santo. Per questo è necessario essere vero corpo di Cristo, perché è nel corpo di Cristo Signore che tutto avviene e si compie. Non appena il discepolo con il peccato esce dal corpo di Cristo, all’istante perde il contatto vivo con la Parola e con lo Spirito del Signore.
Si passa dal vivere e operare secondo la Parola di Cristo Gesù ad un agire puramente e semplicemente umano. Si parla dal proprio cuore, si agisce secondo la propria volontà, si parla dalla propria bocca. Non si è più voce di Cristo, ma voce propria. Niente più cuore di Cristo, ma cuore proprio. Non più ministri di Cristo, ma ministri di se stessi. Fuori del corpo di Cristo non si è più missionari di Cristo e nessuno si può invitare a preparare la via al Signore. D’altronde sarebbe impossibile che uno che è fuori di Cristo, senza comunione con lo Spirito Santo, possa indicare Cristo come la sua Salvezza e Vita.
Madre di Dio, Angeli, Santi, aiutateci perché viviamo di perfetta comunione con Cristo.
Commento a cura del Movimento Apostolico