Vangelo del giorno: Giovedì, 25 maggio 2023
Lettura e commento al Vangelo di oggi – Gv 17,20-26: “Siano perfetti nell’unità…”
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:]
«Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me.
Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo.
Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».
Parola del Signore
Commento a cura di Paolo Curtaz
Mette i brividi pensare che Gesù ha pensato proprio a noi oggi, durante la preghiera sacerdotale dopo l’ultima cena… Eppure è proprio così: Gesù, dopo essersi preoccupato dei suoi discepoli che stanno per affrontare la durissima prova della sua morte, ha pensato anche a chi, attraverso di loro, si sarebbero convertiti, cioè a noi, a me.
E per me, per noi, chiede una cosa inattesa: l’unità. Probabilmente non è la prima cosa che avrei chiesto in dono al Signore! Eppure, a pensarci bene, è proprio ciò che ci necessita…
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Unità con Dio, anzitutto, nella progressiva e piena consapevolezza di essere in intima unione con lui. Unità in noi stessi, nonostante le tante difficoltà che incontriamo nella vita e le incomprensioni.
Viviamo in un mondo frantumato e fragile ed è difficile capire chi siamo e cosa ci stiamo a fare in questa vita. Unità con gli altri, che non diventa omologazione ma ricchezza nella diversità. Unità con chi, prima di me, ha conosciuto e amato il Maestro Gesù e me lo ha testimoniato lungo i secoli: è l’esperienza che facciamo nella Chiesa.
Sì, è proprio di unità che abbiamo bisogno!
Biagio Conte: “il missionario santo”
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