La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai.
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il Regno di Dio”».
Chi vuole realizzare qualcosa di buono e di santo nella sua vita, deve distinguere il fine dai mezzi. Quando le due cose vengono confuse, è il totale fallimento. Nel regno di Dio tutto è mezzo per raggiungere un fine, anzi unico fine. Qual è l’unico fine del regno? Costruire il regno di Dio costruendo se stesso vero regno di Dio. Leggiamo un brano del Vangelo secondo Giovanni e avremo chiara alla nostra mente questa verità.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno» (Gv 6,48-58).
Qual è il fine dell’Eucaristia? Mangiare Cristo per vivere per Cristo. Colui che mangia me vivrà per me. Cosa abbiamo fatto noi dell’Eucaristia? Un precetto fine a se stesso. L’Eucaristia finisce quando essa finisce. Non appena il Celebrante o il Diacono congedano il popolo: “La Messa è finita. Andate in pace”. Veramente la Messa è considerata finita. Termina il momento sacro da dedicare al Signore, si ritorna nella profanità e nel peccato di prima. Questo significa che si è fatto dell’Eucaristia un fine a se stesso. Essa è invece mezzo potentissimo, vero sacramento della nostra perfetta conformazione a Gesù Signore. Si mangia di Lui per divenire come Lui.
Questa distinzione tra fine e mezzo vale per tutto ciò che il cristiano opera nei confronti degli altri. Anche la carità, la cura delle malattie, i miracoli, i segni, i prodigi, la sua vita prudente, accorta, saggia, la sua missione vissuta nella grande sobrietà sono da considerarsi un mezzo non un fine. Lui non è mandato a fare miracoli, opere di misericordia corporali o spirituali fini a se stessi. È inviato perché annunzi, edifichi, manifesti il regno di Dio. Il fine di ogni sua opera è la costruzione del regno della città degli uomini, non solo la sua manifestazione. Il regno di Dio si può manifestare anche attraverso una pellicola, la nostra vita mai però dovrà trasformarsi in una pellicola del regno. Essa è data al regno per costruire il regno, per generare figli a Dio.
Il regno di Dio deve abbracciare ogni uomo che vive sulla nostra terra. Nessuno potrà mai pensare di bastare da solo. Neanche Gesù, Dio e Figlio di Dio, da solo basta. Per questo ognuno che costruisce il regno di Dio, sia esso fedele laico o fedele presbitero in Cristo, deve chiedere al Padre celeste con preghiera incessante che mandi operai per la sua messe. Non prega chi non costruisce il regno di Dio. Chi vede la vastità del lavoro da svolgere, ogni giorno con preghiera accorata chiede al Signore che mandi altri operai. La preghiera fatta per il regno attesta e rivela la verità della nostra opera. Se lavoriamo per noi stessi, nessuna preghiera sarà mai fatta. Bastiamo a noi stessi.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri costruttori del regno.
Commento a cura del Movimento Apostolico
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