Categorie: Verbum Domini

Vangelo di oggi: Chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato

Lc 10,13-16
Chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato.

In quel tempo, Gesù disse: «Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato».

Il dono di Dio, ogni dono di Dio, deve produrre frutti di vita eterna. Questa legge vale sia per i doni materiali che per quelli spirituali. Se la terra produce, il frutto di essa, sia in grande quantità che in piccola misura, deve necessariamente produrre vita eterna. Altrimenti il suo uso è peccaminoso. Non è secondo la volontà di Dio. Produce vita eterna, se è condiviso con i poveri e i bisognosi. Se il frutto della terra non si trasforma in carità, in elemosina, in sostegno dei fratelli, esso diviene via di morte, perché chiude l’uomo nel suo egoismo, anziché fare di lui una persona dalla grande apertura agli altri.

Oggi sono molti coloro che considerano il frutto del loro lavoro loro esclusiva opera. Non vedono Dio dietro il loro impegno, la loro fatica, la loro diligenza e solerzia. Dio è l’Agente principale di tutto ciò che avviene sulla nostra terra. È Lui che infonde intelligenza, sapienza, acume, solerzia, zelo, determinazione. È Lui che apre la mente alle invenzioni, alle innovazioni, all’aggiornamento, a trovare tutte quelle vie che aiutano l’uomo a vivere in un oggi sempre nuovo, anziché in un passato sempre vecchio, fuori corso, fuori delle attuali esigenze dei suoi fratelli. Essendo Dio l’Agente principale è giusto che a Lui si dia il suo frutto e lo si dona a Lui donandolo ai suoi poveri. Così i beni della terra producono eternità. Se producono solo materialità, il loro uso è non secondo le regole. È un uso egoistico di morte eterna.

Questa legge vale anche per ogni altro dono che il Signore ci elargisce. Gesù viene e opera miracoli e prodigi. Ogni miracolo, ogni prodigio, ogni aiuto fatto da Gesù al corpo dell’uomo deve produrre un frutto di vita eterna. Come lo produce? Attraverso la fede nella sua Persona. Gesù è il vero Inviato, il vero Messia, il vero Profeta, il vero Salvatore, il vero Redentore, il vero Signore. Essendo Lui la vera Parola del Padre, dal miracolo necessariamente urge passare alla conversione. Si accoglie il Vangelo di Gesù, lo si vive per intero, si produce questo frutto di vera fede, ci si incammina verso la vita eterna, si entra a far parte del Regno di Dio. Se invece si prende solo il miracolo, ci si pone fuori della legge del dono. Il miracolo diviene strumento di morte eterna, di condanna per sempre. Gesù non viene per il presente del nostro corpo. Viene per il presente della nostra anima, del nostro spirito, e per il suo futuro eterno.

Il miracolo va vissuto secondo tutta la finalità che esso racchiude. Esso è segno di vera fede in Gesù Signore. È questo lo scopo per cui Lui opera miracoli: per dare un forte segno della sua verità e della verità di Dio, del Padre, che è con Lui, che è in Lui. Gesù è il vero Datore della Parola del Padre. Questa da Lui è data nella sua essenza più pura, più santa, più vera. È nella sua completezza, pienezza, globalità, interezza. Veramente ad essa nulla si deve aggiungere e nulla togliere. La Parola di Gesù dona verità, vita, salvezza, redenzione, compimento ad ogni altra Parola di Dio precedentemente proferita, annunziata, profetizzata.

Un miracolo che non apre al mistero di Gesù Signore è morto in se stesso e produce anche un frutto di morte eterna. Il miracolo deve generare la vera fede nel cuore, deve aprire la mente alla verità, deve condurre lo spirito ad una vera, reale, perenne conversione. Esso deve portare la mente a vedere una perfetta unità tra il discepolo, Cristo, il Padre. La Parola del Padre è Parola di Gesù Signore. La Parola di Gesù Signore è Parola dei discepoli. La Parola dei discepoli è Parola del Padre. Nei discepoli si accoglie Cristo, in Cristo si accoglie il Padre. È questo il vero frutto del miracolo.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la vera fede in Gesù.

Commento a cura del Movimento Apostolico

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