R. – Questa giornata non vuole essere solamente una giornata celebrativa, anche se certamente bisogna dire che molte cose sono state realizzate, ma vuole essere anche una giornata per rilanciare l’aiuto alla ricostruzione di questo Paese, che ne ha ancora molto bisogno.
D. – Quali sono stati gli interventi di Cor Unum subito dopo il sisma di cinque anni fa?
R. – Devo dire, anzitutto, che dopo il sisma c’è stata una mobilitazione generale e universale, nel senso che – ricordo molto bene – c’è stata una risposta molto forte da parte dei cattolici in tutto il mondo, per aiutare gli haitiani. Dopo il primo aiuto di emergenza, c’è stata una visita del nostro presidente, del cardinale Sarah, esattamente un anno dopo il terremoto. In quel contesto è stata annunciata, per esempio, anche la nomina del successore del vescovo di Port-au-Prince, che era morto durante il sisma e poi, da parte nostra, abbiamo realizzato concretamente due scuole, una delle quali è stata inaugurata lo scorso novembre dallo stesso cardinale Sarah, in una sua visita di nuovo ad Haiti, una scuola che si trova a Leogane, sempre nell’arcidiocesi di Port-au-Prince.
D. – Quindi questi sono i risultati concreti degli aiuti che ha dato Cor Unum?
R. – Ecco, questi sono i risultati concreti. Però vorrei dire che al di là delle opere concrete che costruiamo, il nostro è anche un incarico di indirizzo, di orientamento. Devo, quindi, sottolineare in queste due visite del nostro cardinale, in tutti e due i casi, un incontro con i vescovi, per cercare di aiutare anche loro in questo percorso di ricostruzione e gli incontri con le agenzie. Il nostro, dunque, non è solamente un lavoro mirato alla ricostruzione materiale, ma anche a dare un orientamento generale a questa fase di ricostruzione. Un punto per noi veramente molto importante, e che sottolineiamo a diversi livelli, è che noi non possiamo parlare semplicemente di una ricostruzione del Paese, se non parliamo di una ricostruzione della persona. Non ci sarà mai una ricostruzione di Haiti se non si rinnova la persona in Haiti. Questo vuol dire soprattutto dare la possibilità ad ogni persona di avere una sua dignità, di essere consapevole della sua dignità e anche di conoscere il Vangelo. Sappiamo, infatti, che anche il Vangelo è un fatto fondamentale per la promozione della persona. Dobbiamo, quindi, tutti concentrare il nostro sguardo, al di là della ricostruzione materiale, proprio su questa ricostruzione della persona, che è fondamentale per il futuro di Haiti.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana
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