Venerdì 1 Aprile – È la fragranza del pane

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «E’ il Signore!». Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché era spogliato, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso or ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatrè grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», poiché sapevano bene che era il Signore. Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce. Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti. Giovanni 21,1-14. 

Le reti si riempiono.
Abbondanti e stracolme.
Solo quando io mi accorgo che ci sei.
Perché non basti tu per riempirmi la vita.
Ci voglio io e la mia felicità.
Io e te, felici insieme, sfondiamo di vita la vita.

Si butta giù, ora, per venire da te.
Non ha più paura di affogare ora.
Lo ha capito.
L’unica paura nella vita è perdere te.

Non c’è volta.
Che dopo una notte di fatica.
Che dopo una grande stanchezza.
Che dopo un profondo senso di solitudine.
Io non sia tornato a casa.
E non abbia trovato te.
Che hai preparato per me riposo, cibo, caldo, amore.

Non mi fai discorsi.
Non mi dai lezioni.
Non mi dici parole.
È il profumo del pesce.
È il colore del fuoco.
È la fragranza del pane.
Che mi dice che sei tu e che mi ami.

Di Don Mauro Leonardi


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