Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra.
Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl.
Ma se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici.
Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio.
Le tue parole non possono essere lette.
Le tue parole non possono essere raccontate a voce.
Ci vuoi tu.
Ci vuole il tuo volto.
Ci vuole tutta la tua vita per capirla la tua parola.
Per capire te bisogna viverti.
Non basta quello che si sa.
C’è sempre uno più forte.
È come essere purificati.
Le macchie si vedranno ancora di più sul pulito.
Ti ascolto.
È così facile.
Ma non capiamo.
Vorrei che fosse il principe del male a fare il male.
Vorrei che il male fosse sempre colpa di un altro.
Di un cattivo.
Del capo dei cattivi.
Invece ogni volta che divido il mio cuore.
Invece ogni volta che lascio il mio regno, la mia casa, aprirsi, cadere. Ecco che il male è fatto.
Vorrei che tu dessi segni dal cielo. Quando invece basterebbe farti regnare nella mia casa, nel mio cuore.
E tutto rimarrebbe in piedi. Saldo. Unito. Al sicuro.
Nessun potere è più forte di te, Gesù mio, nessun regno, nessuno.
Nessuna casa è più solida della tua unita alla mia.
La forza degli uomini, delle armi, da sola non serve, non dura.
C’è sempre qualcuno più forte.
Qualcuno più armato.
È inutile raccogliere forze e armi.
Se tu non sei con me.
E’ tutto disperso.
Tutto diviso.
Tutto crollato.
Fammi stare con te.
Sono con te.
Se non è la tua mano a proteggermi.
Se non sono le tue dita a segnarmi.
La mia casa cade.
La mia vita non sta in piedi.
Se non sto con te. Niente e nessuno può proteggermi.
Senza te dentro di me sono una casa vuota in cui il peggio del peggio prende dimora.
Mi fido solo di te.
Perché sei tu quello che doveva giungere.
Non ho bisogno di prove.
Di Don Mauro Leonardi
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