In quel tempo, Gesù, partito da Cafàrnao, venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare. Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio». Marco 10,1-12
Ciao Gesù, sono Zippi.
Questa notte pensato tante volte alla discussione coi farisei prima e coi discepoli dopo.
Che tristezza.
I farisei con le loro domande tranello e i discepoli quando sono a casa.
I farisei chiedono se è lecito ma anche i discepoli chiedono se è lecito.
Qui si parla di amore, di matrimonio ma la domanda è sempre la stessa: è lecito?
Cioè, loro, noi, vogliamo sapere la misura della gabbia.
È lecito?
Quali sono i metri quadrati in cui mi posso muovere?
In cui posso amare?
È lecito?
Fino a dove è la linea tra il male e un pochino di male?
Siamo sempre gli stessi.
Ti cerchiamo di nuovo.
Vogliamo te di nuovo.
Tu ci ammaestri, ci aspetti, ci parli.
E noi vogliamo le regole.
Vogliamo le regole dell’amore, non l’amore.
Vogliamo i tuoi comandamenti, non vogliamo te.
Di Don Mauro Leonardi