Venerdì 30 gennaio – Sei entrato come un dono

Diceva: «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra». Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere. Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa. Marco 4,26-34

Mi piace quando siamo soli.
In privato.
E entri dentro la mia vita come granello di senapa.
E metti radici nel mio cuore, profonde, avvolgenti.
E prendi da me la terra che sono.
E ne fai stelo, fusto, ramo, foglia, frutto.
E tu da me.
E io con te.
Diventiamo casa e riparo per chi verrà e per chi andrà.
Senza di te sono terra sterile.
Sei il mio regno.
Sei l’uomo che ha messo il suo seme nella terra.


E ha saputo attendere.
Che giorno e notte.
Spontaneamente.
Io.
Piano piano.
Iniziassi a vivere.
Ad amare.
Piano piano.
Bucando la crosta della mia vita.
Con un piccolo stelo.
E mi alzassi.
E mi alzassi verso il cielo.
Verso di te.
Sempre più viva.
Sempre più piena.
Sempre verso te.
E subito sei venuto.
A cogliermi.
A prendermi.
Piena.
Pronta.
Per te.

Sei il mio regno.
Come granello di senapa.
Sei venuto nella mia vita di terra.
Così piccolo.
Sei entrato piano.
Come un dono.
E tra le cose grandi e pesanti della mia vita.
Hai cominciato a vivere.
A crescere.
E mi hai dato la tua vita, la tua forza.
E ora sei radice in me.
E ora sei il più grande in me.
E ora sei, in me, la casa in cui tutti trovano riparo.
Hai rami così grandi che il tuo abbraccio dà riparo a tutti gli uccelli del cielo.
E poggi su di me.
E hai radici dentro me.
Come è successo?
Raccontami ancora, quando siamo soli, la nostra storia.

Di Don Mauro Leonardi

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