Qualche esempio? “Non è consentito benedire medicinali o cartelle cliniche”. E ancora: è fatto divieto di utilizzare espressioni come “messa di guarigione”, perché – spiega il documento – “ogni messa attua la salvezza e la guarigione portata da Cristo”. Il riferimento è ad episodi di “adorazione eucaristica con la presenza di fotografie o diagnosi cliniche sulle quali si invoca la benedizione o passaggio tra i fedeli riuniti dell’ostensorio con Gesù Sacramento”. Pratiche considerate “strumentalizzazione dei sacramenti come forme analoghe alle soluzioni dei maghi”. E ai sacerdoti, esorcisti compresi, viene intimato di “evitare giudizi che assomiglino a diagnosi o terapie mediche” e di astenersi dal giudicare o mettere in discussione i referti sanitari”.
Nel documento, tra l’altro, vengono citati anche i casi di appartamenti privati “adibiti a luoghi di culto con la presenza di sacerdoti o anche laici che effettuano benedizioni o gesti sacramentali propri del ministero ordinato”. E ancora: vietatissimo – si legge nel documento pubblicato dalla rivista e affisso all’ingresso delle chiese sannite – riprendere o registrare i riti, con telefonini o altri mezzi di comunicazione. Quindi, con riferimento non troppo velato a eventuali tariffari (la cui presenza è stata talvolta denunciata sul web), ecco l’invito perentorio alla “gratuità economica di qualsiasi celebrazione”. Infine, si rimarca “l’obbligo del Vescovo nel vigilare ed evitare abusi”.