L’annuncio, comparso sul sito di Amazon, scatena le polemiche e costringe il sito di vendite on line a ritirare l’annuncio. La Caritas invita l’azienda venditrice a investire le stesse risorse per comprare un giubbino di salvataggio per un bambino migrante. Come si veste un profugo?
Può esistere una stoffa che racconti il dramma di chi scappa da una guerra, che ne trasmetta gli odori e le paure? Com’è possibile pensare oggi che dei bambini a carnevale si vestano da profughi così come dei loro compagni scelgono il vestitino di Topolino o di Elsa di Frozen?
Ci ha pensato una ditta inglese a proporre sul sito Amazon.it un prodotto che, per poco più di 24 euro, avrebbe nel periodo di carnevale offeso la dignità di migliaia di persone. Un articolo che ha scatenato un mare di polemiche tra i clienti di Amazon.
Leonora Cara ha scritto: “Questa è una cosa vergognosa, ciò che pubblicate, voi non sapete manco cosa passano o cosa vuol dire essere profugo e scappare da una guerra”. Federico Raiser ha aggiunto: “Costume da profugo? Ma come si fa a vendere un articolo del genere con il tag profugo? Andate a farvi un giro tra i veri profughi così vi rendete conto della vostra stupidità”. Valentina Cramarossa ha scritto sul sito del venditore ospitato da Amazon: “Vi rendete conto veramente di cosa state vendendo?!
Cosa si insegna ai bambini di oggi che poi saranno gli adulti di domani!”. Francesco è stato quasi premonitore di un malcontento che stava diffondendosi in rete: “Possibile che non ci sia un cervello pensante che blocca articoli del genere?”.
Così in pochissime ore è scomparsa prima la foto dei due bambini vestiti da profughi e poi il link all’azienda inglese.
L’ufficio stampa di Amazon ha precisato che “gli articoli sono offensivi nel modo in cui sono presentati e che tale articolo è potuto apparire perché ci sono venditori terzi che inseriscono i loro prodotti su Amazon come market place. Non appena abbiamo avuto segnalazioni dagli utenti ci siamo mossi per rimuovere l’articolo di pessimo gusto”.
Anche Oliviero Forti, responsabile nazionale Caritas emigrazioni è rimasto incredulo dalla vendita di questo articolo. Ha voluto rilanciare a questa vergognosa proposta ipotizzando che «forse l’azienda potrebbe investire gli stessi soldi per comprare un giubbino per un bambino che magari si trova in questo momento in mezzo al mare. Un messaggio commerciale in un momento storico così delicato è davvero vergognoso e da stigmatizzare».
Redazione Papaboys (Fonte www.famigliacristina.it/Andrea Ferrari)
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Per Carnevale vestire da ricchi è educativo, vestire da poveri è un insulto
Il titolo è una provocazione ma riflettiamoci assieme. Ovviamente non condivido i vestiti da piccolo profugo messi in commercio per Carnevale ma è da sempre che vestiamo i nostri figli da principi e principesse, magari anche con diademi e monili.
Ne consegue che vestire da ricchi è fortemente educativo mentre vestire da poveri è un insulto.
Inizia a venirmi qualche dubbio. Ringrazio il consumismo e la pubblicità.
http://www.pivari.com/articoli/per-carnevale-vestire-da-ricchi-e-educativo-vestire-da-poveri-e-un-insulto-46126/
sai che quello che scrivi è molto condivisibile?