Categorie: Testimonium

Vi insegno a pregare. La maestra è Santa Teresa D’Avila

TESTIMONIANZE DI FEDE – Intervista a Maria Pia Cirolla Dottore in Teologia della Vita Consacrata presso l’Università di Roma e Professoressa in Teologia Spirituale presso la Pontificia Università Lateranense; ha scritto alcuni libri, uno fra i tanti sulla grande Santa Teresa D’Avila dal titolo “Vi insegno a pregare. La maestra è Santa Teresa D’Avila” con la prefazione di Padre Gabriele Amorth.
La Dottoressa Cirolla ha conseguito la Licenza in Spiritualità ed il Baccellierato in Teologia Spirituale.
Inoltre è una laica consacrata sui principi della spiritualità di Teresa d’Avila.

Perché hai deciso di prendere come esempio Santa Teresa D’Avila per parlare di preghiera?
L’idea è nata in seguito ad un esperienza che ho compiuto presso un gruppo di monache di clausura carmelitane scalze. Vivendo a stretto contatto con queste donne carmelitane, ho potuto dissetarmi ed innamorarmi di questa Santa spagnola, che sembra lontana dalla nostra vita ma riesce ad essere attuale ed appunto parliamo della grande Teresa di Gesù o meglio conosciuta come Santa Teresa D’Avila.
Il libro illustra il percorso della preghiera compiuta ogni santo giorno, accanto a queste donne carmelitane ed è un suggerimento ed un consiglio su come vivere ed interpretare concretamente l’idea di preghiera.

Chi era Santa Teresa D’Avila?
Santa Tersa D’Avila era una donna molto moderna nel suo modo di pensare, era figlia di spagnoli, ed ha avuto un cammino molto impegnativo. A partire dalla sua conversione fino a quando decise di consacrare la sua vita e tutta se stessa all’interno di un convento di monache di clausura. Lei si è convertita quando già era adulta, per cui ha potuto fare un percorso da laica.
La sua conversione, quella da lei definita come tale, è nata durante una contemplazione di una statua raffigurante un Cristo flagellato ad una colonna. Lei decise di convertire la sua vita, pensando di poter essere un sostegno ed un amica stando accanto ad un Gesù così sofferente.
L’immagine di lei che fa compagnia a Gesù, mi ha molto toccata proprio perché noi abbiamo un concetto della fede e della preghiera molto attiva ed a volte abbiamo un idea della preghiera errata perché sembrerebbe quasi che stare a pregare sia inoperoso o addirittura infruttuoso, oppure a volte, pensiamo che la preghiera sia un opera rivolta solo ai sacerdoti ed ai consacrati.
Invece Santa Teresa D’Avila, pur da consacrata, da un immagine della preghiera adatta a tutti, inoltre la Santa afferma che tutti siamo chiamati alla santità, attraverso una via di purificazione e ad una via di preghiera.

Viviamo in una società molto mondana perché hai deciso di trattare proprio il tema della preghiera?
Il tema della preghiera mi ha particolarmente toccato, non solo perché ho vissuto con queste donne carmelitane ma anche perché io stessa provengo da un cammino molto lontano.
Ero una giornalista e conducevo una vita diversa da quella che vivo oggi. Da giornalista sono diventata una consacrata laica e vivo la spiritualità carmelitana. Ho conosciuto Don Gabriele Amorth, al quale devo il mio grazie filiale e fraterno ma in particolar modo filiale (essendo una sua figlia spirituale). L’ho conosciuto in una situazione particolare della mia vita, dove era necessario da parte mia, essere vicina ad un contesto di preghiera a me sconosciuto.
Ho avuto la grazia di far leggere il libro dedicato a Santa Teresa D’Avila a Padre Gabriele (quando ancora non era stato pubblicato) ed in quell’occasione mi disse che secondo lui era un piccolo gioiello di preghiera perché conteneva degli elementi semplici della mia vita trasformata come percorso valido da poter proporre anche ad altri.
La preghiera è il prezioso scrigno che Dio ci offre per poter entrare in dialogo con Lui. Dobbiamo necessariamente riscoprire il valore della preghiera sia quella personale che quella comunitaria.
La preghiera è un arma che va usata sempre non soltanto nei momenti del bisogno. Ci aiuta a vincere le ansie e le tentazioni ma è anche quella bussola che orienta la nostra vita e le nostre scelte.

Santa Teresa D’Avila era molto legata all’orazione e ne esistono diversi tipi. Puoi spiegarcele?
Santa Teresa ha avuto molte visioni di Gesù ed in una di queste visioni, lo stesso Gesù le chiese di scrivere un qualcosa da lasciare che Teresa ha riportato in un meraviglioso libro che oltre ad essere della vita è il libro delle Mansioni, dove Santa Teresa parla dei 7 stadi cioè dei 7 livelli della preghiera (riferiti sia alla vita consacrata ma una parte alla vita laica). Facile notare come questi stadi siano rivolti ai consacrati e/o religiosi, ma il suo modello fondamentalmente è rivolto a tutti coloro che decidono in cuor loro di intraprendere un cammino di vera conversione.
E’ un cammino lento ma anche doloroso. Quando parla della vita religiosa, Teresa D’Avila usa un linguaggio diverso, parlando di rinunce, di mortificazioni, di donazioni mentre quando parla della vita laicale si rivolge dicendo che la preghiera è la forza che spinge la persona ad entrare in dialogo intimo con Dio.

Santa Teresa si ispirava tanto alla Madonna …
Si moltissimo e soprattutto un episodio ha segnato la sua vita cioè quando ha perso sua mamma in età molto giovane; questa perdita ha fatto sì che potesse trovare la forza rivolgendosi a Maria (la Madre di Gesù e Madre Nostra) sostituendo il vuoto ed il dolore enorme per la perdita della sua mamma terrena.
Infatti in tutti i monasteri carmelitani, all’interno del coro dove si riuniscono le sorelle carmelitane per pregare, ai due lati, vi sono le statue (una a destra ed una a sinistra) di San Giuseppe e della Madonna. San Giuseppe è una figura fondamentale per il suo silenzio, la sua preghiera, la sua paternità e Maria in quanto Madre del dolore, Madre della Grazie, Madre di Gesù e Madre nostra.

Alcune persone a volte sostengono di non saper pregare. Cosa vuoi dire loro?
Anche io pensavo di non saper pregare ed in questo ci aiuta Santa Teresa D’Avila che diceva che la preghiera non è un insieme di formule magiche ma è l’atteggiamento umile di chi si riconosce bisognoso dell’amore di Dio.
Nella preghiera è il cuore che parla e la formula per pregare bene è l’apertura del cuore. La fede d’altronde è una grazia, la si chiede se la si desidera. Nell’atto di chiedere a Dio per mezzo della preghiera, vi è un atteggiamento di umiltà e Dio in quel momento dona.
Aggiungo anche citando delle parole di Padre Amorth, che la preghiera è fatta anche di sterilità, di aridità ed esiste anche il demonio. La sua presenza è molto attiva nella vita di tutti i cristiani.
E’ una presenza che Dio permette per la purificazione di tutte le anime.
Il maligno ci tenta tanto nel disturbare la nostra preghiera. Dobbiamo introdurre nella nostra vita un piccolo spazio per la fede e la preghiera quotidiana se vogliamo proseguire sulla via del bene e dell’amore.




Rita Sberna

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