Il duomo di Monreale è un luogo unico al mondo. Non importa quante volte lo si sia visitato, quante volte lo sguardo si sia alzato verso il Pantocratore, ogni volta si prova l’emozione di scoprire un dettaglio sfuggito, di comprendere quel che non si era ancora compreso dei mosaici, del luogo, di se stessi.
E non importa neppure da quale luogo si provenga, che sia geografico o simbolico, perché il duomo di Monreale è per tutti il luogo dell’incontro, come spiegava il vescovo Michele Pennisi nella sua omelia di insediamento come pastore dell’arcidiocesi: «Il Cristo Pantocratore, che domina con il suo sguardo penetrante e con il suo abbraccio dall’abside di questo duomo, ci dice che questa cattedrale, prima di essere di un vescovo o di una città, è di Cristo; appartiene a lui e in questo luogo egli è presente».
L’HA VOLUTO MARIA
Come è per tutti i luoghi antichi, anche il duomo di Monreale possiede la sua leggenda. Si narra che tutto il complesso monumentale (la basilica, il convento dei benedettini con il chiostro e il palazzo reale) venne costruito nel XII secolo dal re normanno Guglielmo detto il Buono, su ordine diretto della Vergine Maria. Un giorno, mentre il giovane re riposava sotto un albero dopo la caccia, la Madonna gli indicò in sogno il luogo esatto dove scavare alla ricerca di un tesoro che gli avrebbe permesso di costruire il tempio che, infatti, nel 1267 fu a lei dedicato con il titolo di Santa Maria Nuova.
In realtà la leggenda fa da sfondo a questioni politiche ben conosciute: la lotta di potere Stato-Chiesa tra Guglielmo il Buono e l’arcivescovo di Palermo Gualtiero Offamilio. Entrambi decisero di sfidarsi costruendo ciascuno nel proprio territorio dei monumenti che del loro potere fossero l’espressione. Ed è grazie a questa sfida che noi possediamo oggi il duomo di Monreale e la cattedrale di Palermo, entrambi gioielli dell’arte normanna riconosciuti dell’Unesco come patrimonio dell’umanità.
IMMAGINI DI LUCE
Per la realizzazione dei celebri mosaici Guglielmo fece arrivare da Bisanzio le migliori maestranze, il cui lavoro possiamo oggi ancora ammirare. Tutta la storia della salvezza, dalla creazione di Adamo ed Eva alla costituzione della prima comunità cristiana, è descritta nei mosaici di Monreale, così che tutti coloro che non avevano accesso diretto alle Scritture potessero venire a conoscenza del mistero della propria fede. In quest’opera musiva furono applicate tecniche nuove tutte votate a esaltare la luce. Per esempio, vennero adoperate tessere non piatte, ma “stondate”, in modo che riflettessero con maggiore intensità le luci delle candele; lo stesso sfondo in oro del Pantocratore, il creatore di tutte le cose, non fu realizzato ponendo le tessere orizzontalmente, come sempre accade e come è fatto nel resto dei mosaici del duomo, ma a semicerchi, per dare l’effetto della pura luce.
Per quanto grande sia l’idea di magnificenza data dall’insieme dei mosaici, lo sguardo del visitatore viene immediatamente catturato dallo sguardo intenso del Pantocratore. Nella figura di Gesù tutto il mistero di Dio viene simbolicamente espresso: il volto possiede lineamenti morbidi che esprimono del Cristo la sua vera umanità, mentre la luce che da quel volto emana rimanda chi guarda alla natura divina presente in Gesù.
Anche il colore delle vesti ha un carattere simbolico: il rosso rappresenta la divinità e il blu l’umanità. Sul libro, che Cristo tiene aperto nella mano sinistra è chiaramente leggibile un versetto del Vangelo secondo Giovanni (8,12): «Io sono la luce del mondo, chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita».
INCONTRO TRA DIO E GLI UOMINI
Costruiti come prefigurazione della Gerusalemme celeste (Apocalisse 21,1), ancora oggi i mosaici avvolgono e travolgono i visitatori: che sia di solo interesse artistico o che rappresenti un pellegrinaggio nella fede, l’atto di camminare tra le navate del duomo di Monreale è un viaggio dentro se stessi, alla ricerca di quella luce necessaria a compiere i passi che la vita richiede.
I volti di Gesù e di Adamo riprodotti nei mosaici in modo identico restituiscono il senso profondamente umano della fede cristiana: quell’uguaglianza nel corpo e nello spirito con il Figlio di Dio che dona a tutte le nostre esperienze, anche le più difficili e drammatiche, valore e dignità insieme alla speranza della grazia.
Luogo di culto, centro culturale e polo artistico, il duomo di Monreale accoglie da ogni parte del mondo pellegrini e turisti fin dalla sua dedicazione (nel 1267), ricordata proprio con un anno giubilare ricco di iniziative culturali che si concluderà il 25 aprile 2018.
ORGANIZZARE LA VISITA
La cattedrale di Santa Maria Nuova si trova a Monreale in piazza Guglielmo II. Per le visite turistiche si paga un ingresso di 4 euro. Nel periodo invernale si visita nei feriali dalle ore 8.30 alle 12.45 e dalle 14.30 alle 16.30. Nei festivi dalle 8 alle ore 9.30 e dalle 14.30 alle 16.30. Tel. 091/64.04.413 www.monrealeduomo.it.
CELEBRAZIONI
Le Messe nei giorni festivi si celebrano alle ore 10.30, 12 e 18. Fino al 25 aprile 2018 sono in corso le celebrazioni per il 750° anniversario della dedicazione della cattedrale.
ALTRE VISITE
Accanto al duomo si visitano anche il chiostro dell’ex convento dei Benedettini (orario dal martedì al sabato dalle 9 alle 18.30; lunedì e festivi 9-13; tel.: 091/64.04.403) e il Museo diocesano (orario invernale da novembre a marzo, da lunedì a sabato ore 9-15) con la Cappella Roano (da lunedì a sabato 9.30-13 e 15.30-17). www.museodiocesanomonreale.it.
Fonte www.credere.it
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