ROMA – Questa sera Papa Francesco ha presieduto la tradizionale Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo nel cuor della città di Roma. Le meditazioni di quest’anno sono state affidate a mons. Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso, che ha riflettuto sui drammi del mondo di oggi, le conseguenze della crisi economica, le problematiche e i mali del Sud d’Italia. Ma nelle 14 stazioni della Passione di Cristo c’è anche un filo rosso che il presule vuole far cogliere: quello della Risurrezione.
Mons. Bregantini aveva spiegato già oggi alla Radio Vaticana il concetto: La forza della Via Crucis tradizionale è che non inserisce la quindicesima stazione. Da tutte le stazioni deve emergere la forza della Risurrezione! Tutta la Via Crucis è intessuta di questa duplicità: il dolore e la speranza, le lacrime e chi le asciuga, l’esperienza del dramma e quella del coraggio. Quindi tutta la Via Crucis è carica di Risurrezione. Tutti gli esempi fatti rappresentano una descrizione dei drammi di oggi. Qual è – anche qui – la speranza? Il fatto che Gesù prende a cuore questo peso, non lo scarica, né lo lascia senza risposta, ma assumendo la Croce, assume la crisi e ci indica la strada, che è quella di affrontare i problemi, non di viverli schiacciati, ma responsabilmente con una particolare modalità: portare insieme il peso della crisi. Per esempio invito a far crescere i contratti di solidarietà, cosicché, laddove un’azienda è in difficoltà in questo modo possa riuscire a traghettare la crisi; così tanti altri episodi similari.
Papa Francesco è rimasto in preghiera sulla terrazza del Palatino nel corso della “Via Crucis, ha pronunciato una breve riflessione ed al termine benedirà i fedeli. Un operaio e un imprenditore assieme, due clochard e ancora bambini, anziani, malati e carcerati. A portare la croce stasera al Colosseo sono state persone di ogni età e provenienza, con un’attenzione particolare alle situazioni di sofferenza.
Al termine della Via Crucis Papa Francesco ha ricordato che la ‘Croce è pesante come la morte delle persone care, ma è anche una croce gloriosa come l’alba di una notte lunga che raffigura Dio, più grande delle nostre iniquità e dei nostri tradimenti. Nella croce – ha continuato Francesco – vediamo la mostruosità uomo quando si lascia guidare dal male, ma vediamo anche la misericordia di Dio che ci tratta non per i nostri peccati ma secondo la sua misericordia’.
‘Attraverso la croce vediamo quanto siamo amati eternamente da Dio, di fronte alla croce vediamo che siamo figli e non cose. Il male non avrà l’ultima parola, ma l’avrà l’amore, la misericordia e il perdono’. ‘Ieri – ha concluso Papa Francesco – ero morto con Cristo, oggi sono risorto con Lui. Tutti insieme ricordiamo i malati, gli abbandonati sotto il peso della croce affinché trovino sotto la croce la forza dell’amore, della speranza, della risurrezione e dell’amore di Dio’.
Le meditazioni sono state lette dall’attrice Virna Lisi e da Orazio Coclite. La voce guida della preghiera è stata di Simona De Santis. Le persone che hanno portato la Croce non l’hanno processionalmente dall’inizio, ma l’hanno attesa di volta in volta ad ogni stazione. Almeno 50 i Paesi che hanno seguito in diretta l’avvenimento attraverso le loro televisioni. Sono le paricolarità che ha ricordato nel briefing con la stampa di oggi Padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede.
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