Viaggio nei luoghi di Gesù (in attesa della Pasqua) Che cosa è la ‘Terra Santa’?

RIFLESSIONE – La risposta può sembrare ovvia, ma il termine «Terra Santa» evoca solo millenni di storia: storie di persone diverse e di paesi diversi. Dal punto di vista geografico, biblico, spirituale, senza estendersi in considerazioni politiche e apolitiche del termine, la domanda «Che cosa è la Terra Santa?» deve essere posta, non forse per avere una risposta, ma per invitare tutti ad una riflessione.

Un po’ di geografia biblica

I «Pellegrinaggi in Terra Santa» si moltiplicano e l’espressione si ripete un po’ dovunque. Eppure la definizione storica e geografica può cambiare in base al personale punto di vista. Per i cristiani, il nome è dato alla zona in cui Gesù è nato e vissuto, con particolare riferimento a Gerusalemme, dove Egli è morto ed è risorto. Quello che oggi corrisponderebbe ai confini di Israele e del territorio siriano annesso del Golan (vicino alla zona di Baniyas, Banyas o Cesarea di Filippo), della Palestina (Cisgiordania e Striscia di Gaza), che comprende la costa meridionale del Libano (con Tiro e Sidone), parte della Giordania (Betania-oltre-il-Giordania) e l’Egitto, dove si ricorda la storia della fuga in Egitto della Sacra Famiglia.

Il nome Palestina fu inventato dai romani due secoli dopo Gesù e non appare nella Bibbia. Nei Vangeli sono utilizzati i termini di Galilea, Samaria, Giudea, le province romane. Per quanto riguarda il termine «Terra Santa», esso appare solo due volte nella Bibbia, nell’Antico Testamento, prima nel libro dell’Esodo (Es 3, 5), quando il Signore manifesta la sua presenza a Mosè attraverso il roveto ardente. Il passo è dove Dio dice a Mosè: «Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo!». Poi, nel libro di Zaccaria (2, 16): «Il Signore si terrà Giuda come eredità nella terra santa». La “Terra Santa” così ospiterà tutti gli eventi della Bibbia, non solo quelli dei Vangeli. La terra di Ur da cui partì Abramo, l’Egitto da cui fuggì Mosè, così come la Siria, il Libano, etc. Dio promette ad Abramo una terra che si estende «dal fiume dell’Egitto al grande fiume, il fiume Eufrate» (Gen 15, 18), che comprende l’Egitto e la Mesopotamia. Ma più tardi, Dio promise la terra di Canaan, oggi Israele e Palestina.

Per quanto riguarda il termine «Israele», esso appare per la prima volta nella Bibbia per indicare il nuovo nome di Giacobbe, figlio di Isacco, il figlio di Abramo (Gen 32, 22-29). Quando combatte con un angelo, questi gli dice: «Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto contro le potenze celesti e umane e hai vinto». Israele quindi significa: «Colui che lotta con Dio è forte». Dopo il ritorno dall’Egitto, Salomone sta portando il regno di Israele al suo apogeo, riunendo le dodici tribù di Giuda. Il regno sparisce dopo che Nabucodonosor si impossessa della regione e deporta la popolazione ebraica a Babilonia nel 721 a.C. Successivamente, solo nel 1948 nella Dichiarazione di Indipendenza, si ritrova la denominazione del nuovo Stato di Israele.

Ma torniamo alle Scritture, la Terra Santa corrisponde alla terra che Dio rivelò ai patriarchi (Abramo, Isacco e Giacobbe), ai profeti, al popolo di Israele. È anche la terra dove è nata la Chiesa, e dove il Vangelo cominciò ad essere proclamato. «Si dovrebbero quindi includere anche i luoghi battuti dagli Apostoli che furono i primi ad annunciare il Vangelo: Roma, Cipro, Turchia, Grecia… ciò che renderebbe “santa” tutta un parte del pianeta! I Crociati, per esempio, non hanno esitato a vedere in modo ampio: per loro la “Terra Santa” si intende niente di meno che dall’intera area tra il fiume Giordano a est, il Mar Mediterraneo ad ovest, l’Eufrate a nord e il Golfo di Aqaba a sud. In particolare, hanno stabilito gli Stati Latini sulle strade che li conducevano al regno della Gerusalemme terrestre: Regno di Edessa, Tripoli, Antiochia fino a Cipro. Una geografia che include i luoghi battuti dagli apostoli, e soprattutto san Paolo. In questo modo la Terra Santa, il cui carattere spirituale trascende ogni altro punto di vista, non saprebbe essere delimitata solamente dalle frontiere terrestri?

Pellegrini davanti al Santo Sepolcro. Miniatura del XV secolo

 

Al di là di divisioni e confini, peregrinare in «Terra Santa» 

Sarebbe questo un modo per posizionarsi al di là delle divergenze di parte per parlare di «Terra Santa»? Si eviterebbe allora di limitarsi al punto di vista geografico o di chiamare solamente una realtà per negare meglio l’altra. Questo è anche il termine usato dalla Santa Sede per parlare di tutte le visita di papa Francesco nel maggio 2014, quando ha attraversato e si è incontrato con i funzionari di tre paesi: Giordania, Palestina e Israele. La Terra Santa sarebbe portatrice quindi di una dimensione spirituale al di là dei suoi confini umani, oltre alle sue capacità umane: essere una casa di pace e di luce per il mondo intero. 

Oggi la Terra Santa è un luogo di pellegrinaggio: solo tra gennaio e maggio 2014, 1,4 milioni di pellegrini cristiani sono entrati nel Santo Sepolcro. Il recente conflitto a Gaza e, in generale, l’instabilità della regione hanno notevolmente ridotto il numero di pellegrini; ma i pellegrini continuano a venire comunque. Se i cristiani venissero numerosi a raccogliere i frutti di un’esperienza tangibile nel paese della Bibbia o del “Quinto Vangelo”, le tante persone atee, che vengono alla ricerca, arrivando come turisti, non rimarrebbero indifferenti alla bellezza unica di questa regione.

Approfondimento di Eva Maurer Morio

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