Roma, 6. «Desidero esprimere nuovamente la mia vicinanza ai malati del Coronavirus e agli operatori sanitari che li curano, come pure alle autorità civili e a tutti coloro che si stanno impegnando per assistere i pazienti e fermare il contagio». Con questo tweet pubblicato sull’account @Pontifex il Papa ha voluto esprimere solidarietà ai malati e a quanti si stanno prodigando per arginare il virus.
Si registra, intanto, un caso positivo in Vaticano, dove — ha dichiarato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni — «sono stati temporaneamente sospesi tutti i servizi ambulatoriali della Direzione Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano per poter sanificare gli ambienti a seguito di una positività al covid-19 riscontrata ieri in un paziente. Rimane però in funzione il presidio di Pronto Soccorso».
In una precedente dichiarazione Matteo Bruni aveva anche precisato che «relativamente all’attività del Santo Padre, della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano dei prossimi giorni, sono allo studio misure volte ad evitare la diffusione del covid-19, da implementare in coordinamento con quelle adottate dalle autorità italiane».
«L’insidia di un nuovo virus che sta colpendo via via tanti paesi del mondo provoca preoccupazione. Questo è comprensibile e richiede a tutti senso di responsabilità, ma dobbiamo assolutamente evitare stati di ansia immotivati e spesso controproducenti». Questo il forte richiamo contenuto in un videomessaggio rivolto ieri dal presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, alla nazione in questo momento di forte emergenza.
L’Italia, ha affermato Mattarella, sta affrontando l’emergenza «con piena trasparenza e completezza di informazione nei confronti della pubblica opinione». La situazione in un paio di settimane è praticamente degenerata. Da alcuni casi isolati nel lodigiano si è arrivati a più di tremila contagi in tutto il paese e oltre cinquanta morti, con dieci comuni posti in isolamento.
«Supereremo la condizione di questi giorni. Anche attraverso la necessaria adozione di misure straordinarie per sostenere l’opera dei sanitari impegnati costantemente da giorni e giorni» ha detto ancora Mattarella. Successivamente il presidente italiano ha invitato a «evitare iniziative particolari che si discostino dalle indicazioni assunte nella sede di coordinamento», chiedendo «coinvolgimento, condivisione, concordia, unità d’intenti» a tutte le parti in causa, e ha concluso rivolgendosi con tono sicuro ai cittadini italiani: «senza imprudenze ma senza allarmismi, possiamo e dobbiamo aver fiducia nelle capacità e nelle risorse di cui disponiamo».
L’emergenza virus incide anche nella vita delle comunità parrocchiali in Italia. Mentre il cardinale vicario di Roma, Angelo De Donatis, ha chiesto ai cristiani della città di offrire il prossimo 11 marzo una giornata di preghiera e di digiuno «per invocare da Dio aiuto», la Conferenza episcopale ha ribadito «la possibilità di celebrare la Santa Messa» nelle aree non a rischio, assicurando il rispetto delle nuove indicazioni del governo italiano, compresa la necessità di tenere la distanza di almeno un metro tra i fedeli. Misure più severe sono state dettate per le zone maggiormente colpite dai contagi. Sospese le celebrazioni pubbliche in tre regioni (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna) e in alcune province (Savona, Pesaro e Urbino). Portoni chiusi fino al 15 marzo anche alla Pontificia università Gregoriana, alla Lateranense e alla Pontificia università Urbaniana. Chiuso anche l’ateneo Santa Croce, che da lunedì 9 marzo partirà con le lezioni in streaming. Pressoché ovunque sono state sospese anche le attività di catechismo e oratorio.
A livello mondiale l’epidemia di coronavirus non accenna a fermarsi, ma parallelamente cresce anche il numero di persone che guariscono. Il covid-19 si è diffuso in maniera esponenziale in oltre 80 paesi del mondo, contagiando ormai quasi 100.000 persone e facendone morire oltre 3000. Allo stesso tempo, però, va ricordato che anche il numero di soggetti che guariscono è in costante crescita. A oggi sono oltre 50.000 le persone che sono riuscite a sconfiggere il virus. La maggior parte di queste ovviamente sono in Cina. Per permettere a sempre più contagiati di guarire è però necessario che tutti i paesi coinvolti mettano in atto quelle indicazioni e misure di prevenzione con cui si è dimostrato di potere contenere la diffusione del virus o comunque evitarne il contagio.
Su questo fronte l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha accusato alcuni paesi di non prendere abbastanza seriamente la minaccia. Per l’Oms, infatti, il coronavirus sta diffondendosi in maniera inesorabile. Potrebbe essere arrivato il momento da parte dell’Agenzia Onu per la sanità di usare la parola “pandemia”.
Fonte: L’Osservatore Romano, 6 / 7 marzo 2020
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