Vicino a Betlemme cristiani presi a sassate in Chiesa da gruppi islamici

Attaccati e presi a sassate da un gruppo violento di islamici in Cisgiordania. È quanto successo ai cristiani di Beit Jala, piccolo paese che si trova di fronte a Betlemme e a soli 10 chilometri da Gerusalemme, i quali lo scorso 6 maggio si erano recati come tutti gli anni di sera nella chiesa ortodossa di San Giorgio per festeggiare il santo patrono. La notizia, riportata nei giorni successivi all’evento dalla scrittrice Lela Gilbert, che stava partecipando alla celebrazione, è stata ripresa solo in questi giorni da alcuni siti francesi. Un gruppo di musulmani è prima arrivato con diverse auto davanti alla chiesa cercando di parcheggiare in una zona riservata e poi ha tentato di entrare in chiesa. Il cristiano che stava a guardia dell’entrata, dopo aver chiesto agli islamici di andarsene, è stato accoltellato mentre altri sette sono stati feriti da un fitto lancio di pietre che ha anche danneggiato parti della chiesa. La polizia è arrivata sul luogo solo dopo un’ora. Si sente raramente parlare di scontri tra cristiani e musulmani nei paesi vicino a Betlemme e in Cisgiordania ma non sono così rari. Nel 1948 a Betlemme l’85 per cento della popolazione era cristiana, oggi appena il 12 per cento. La causa di una tale diminuzione non è solamente l’emigrazione della popolazione dovuta alla situazione politica, a Israele e alla depressione economica. Anche perché la comunità musulmana non diminuisce affatto, anzi cresce. I cristiani locali temono che «tra vent’anni non ci saremo più»

a causa dei soprusi subiti dai musulmani con il benestare dell’Autorità palestinese, che non fa niente per fermarli. Tra i soprusi spiccano la “land mafia”, un sistema malavitoso con connivenze nelle istituzioni tendente a sottrarre in modo violento la terra ai cristiani, i numerosi casi di stupro e abuso sessuale verso ragazzine cristiane, e la crescente islamizzazione della società palestinese, nella quale spesso i cristiani non vengono assunti da datori di lavoro musulmani e chi porta in pubblico la croce rischia il pestaggio. di Leone Grotti 

 

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