Riflessioni e canti per vivere nella fede e nella pienezza la Settimana Santa..
Un giovane lo seguiva, coperto d’un panno di lino sul corpo nudo. Lo pigliarono, ma egli, abbandonata la veste, sfuggi ad essi ignudo. (Mc 14, 51-52)
MERCOLEDI’ – Quante congetture su questo personaggio senza nome, che simpaticamente s’insinua nel dramma della cattura del Signore! Ognuno può ricostruire, con la propria immaginazione, i motivi che lo portano a seguire Gesù, mentre i discepoli lo abbandonano alla sua sorte.
Penso che se Marco gli fa posto nel suo Vangelo, non lo fa solo per esattezza di cronista. Infatti, l’episodio viene dopo le paurose parole, che concordemente si leggono sulla bocca dei quattro evangelisti: ”E tutti, lasciatolo, se ne fuggirono”. Quel giovane, invece, continua a seguirlo. Curiosità, bravura, o coraggio vero? Nell’animo di un giovane non è facile fare la cernita dei sentimenti.
D’altronde, certe analisi non giovano né alla conoscenza né all’azione. E’ onorevole per lui, e mortificante per noi, se egli continua a tener dietro all’Arrestato, senza badare ai discepoli che l’abbandonano e al pericolo cui va incontro dimostrandosi solidale con chi, secondo la legge, non ha più diritto a solidarietà alcuna. Il Signore non può neanche ringraziarlo con uno sguardo, perchè la notte inghiotte le ombre e confonde il passo degli amici nel rumore della masnada; ma il suo cuore divino, che avverte ogni più tenue devozione, trepida e gode di questa fedeltà senza nome. La fretta gli ha persino fatto dimenticare di vestirsi. Si era buttato addosso un barracano, e senza badare a convenienze, s’era messo sulla strada, dietro il Maestro.
Chi vuole bene non cura il decoro, e capisce l’urgenza senza molte descrizioni o incitamenti. Il cuore lo porta all’azione e allo sbaraglio, senza chiedersi se l’intervento sia utile o meno. Vi sono attestazioni che valgono indipendentemente da ogni considerazione di utilità pratica.
“Stupido, già non lo salvi, il Maestro! E poi, che bella figura, non sei neanche
vestito! Se i suoi seguaci sono così equipaggiati!….”.
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Questo è il buon senso che parla, e come dargli torto se, un attimo dopo, il giovane sconsigliato lascia il barracano nelle mani delle guardie, che l’avevano agguantato, e scappa nudo? “Bel coraggio!”. Avete ragione, troppa ragione. Però, gli altri, i discepoli,
per scappare, non hanno neanche atteso che li agguantassero. Lui, almeno, ha dato ai nemici del Signore l’impressione inquietante che qualcuno gli volesse bene e fosse disposto a tentare qualcosa per salvarlo. Ciò che li deve avere ancora più sconcertati, deve essere stato il trovarsi in mano, invece di un uomo, un lenzuolo. Anche la beffa ha la sua morale, come la favola.
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E la morale è questa: che quando un cristiano non ha che un lenzuolo, è inafferrabile, mentre i cristiani benestanti fanno fatica a disimpegnarsi, e restano facile preda dei più abili, che finiscono per comprometterli ovunque. Quel giovane se ne va ignudo nella notte. Non ha salvato il proprio decoro, ha però salvato la propria libertà, il suo impegno con Cristo.
L’indomani, ai piedi della croce vicino alla Madre, alle donne e al discepolo prediletto, egli sarà presente, primizia di quei cristiani generosi, che, in ogni tempo, hanno reso a Cristo e alla sua Chiesa la più inquietante testimonianza.
(Fonte www.sangiovannicrisostomo.it/Primo Mazzolari)
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