Nella malattia si affidò a Gesù Eucarestia per raggiungere il paradiso.
Sara Matteucci nasce a Padiglione di Tavullia nel 1978, morì a causa di un tumore a soli sette anni e mezzo.
Nella sua breve vita ebbe un rapporto straordinario e privilegiato con l’eucarestia.
Diceva spesso: “Voglio andare in Paradiso per vedere Gesù e Maria.”
«Io non posso perdere neppure per un giorno il “panino” di Gesù». Così si esprimeva Sara Matteucci che aveva compreso il significato dell’Eucarestia a soli 7 anni.
Sara nasce a Urbino il 6 maggio 1978, «nel periodo più bello – dice – perché è il mese della Madonnina». Vive a Padiglione di Tavullia vicino a Pesaro. A soli 5 anni si ammala per un tumore di Wilms. I medici sono ottimisti ma Sara inizia subito a parlare del Paradiso «perché – dice – in Cielo vorrei andare ora che sono bella».
Un giorno si rivolge alla mamma: «Sai che ti voglio bene ma se ti dico che ne voglio un po’ di più alla Madonnina ti offendi?». Dopo vari interventi chirurgici inizia la scuola ma pensa solo a quando potrà ricevere l’Eucarestia. Non vuole la “festa” ma «solo il vestitino bianco e andare nella casina della Madonnina a Loreto».
Invece la Prima Comunione sarà in ospedale con la benedizione di Donato Bianchi, arcivescovo di Urbino. Da allora riceverà l’Eucaristia tutti i giorni. Ormai le cicatrici sulla sua pancia sono così tante da assumere la forma di una croce. Una sera sta malissimo e chiede se è ora che arrivi il “Panino di Gesù”, è preoccupata e piangendo dice:
«Mamma ti prego dammi una pasticca cattiva così mi fa vomitare prima che ho preso Gesù».
Prima di morire consola i familiari dicendo «sto bene», parole che ha sempre ripetuto a tutti nei suoi tre anni di calvario. Il 27 gennaio 1986 sale al Cielo col vestitino da sposa della Prima Comunione.
Negli anni Sara diventa un punto di riferimento per tante persone. Nel 2004 la suora clarissa cappuccina Myriam Albertini riferisce la guarigione del padre di una consorella, in gravissime condizioni di salute, per intercessione di Sara. In suo ricordo nasce un villaggio per i bambini poveri nella missione orionina di Barranqueras in Argentina.
La testimonianza di Sara per molti presenta analogie con quella di Nennolina, la piccola Venerabile Antonietta Meo.
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