RIFLESSIONE SUL VANGELO DI QUESTO VENERDI’ – La figura di Giovanni Battista è intimamente legata a quella di Cristo. Già prima ancora della nascita sussulta di gioia nel grembo di Elisabetta al saluto di Maria. Sarà poi lui ad additare al mondo l’Agnello di Dio. Sarà lui il testimone della Voce dall’alto che lo proclama figlio di Dio mentre lo battezza nelle acque del Giordano. Con grande umiltà accetta e scandisce il suo ruolo che è quello di preparare la via al Cristo che viene. Giovanni sa che egli deve diminuire e scomparire per fare spazio al Messia. Riceverà, a sua volta un grandissimo elogio da parte del Signore: «In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista». La sua grandezza brillerà di luce piena quando la sua testimonianza alla verità assume le caratteristiche dell’eroismo. Con la stessa franchezza con cui ha annunciato Cristo al mondo denuncia l’immoralità di un potente ben sapendo i rischi a cui si esponeva. L’odio dei potenti, spesso condito con la più sfacciata immoralità, quasi sempre sfocia nella vendetta verso chi osa denunciare i loro misfatti. È ormai perenne purtroppo la convinzione che certe voci scomode debbono tacere. È accaduto al Cristo e dopo di lui ad una schiera innumerevoli di testimoni intrepidi e coraggiosi. Il rimprovero anche il più meritato, o induce alla conversione o alimenta l’odio. Se poi si ha la triste vicenda di incappare in affari di donne e di sesso c’è da attendersi di tutto anche l’assurdo di turpi promesse che possono costare la vita degli altri. È significativo infatti che la testa di Giovanni Battista entri in un intrigo di orge, in un banchetto che è esattamente il contrario di un convivio di amore. La cecità e l’ottusità offuscano la ragione e obnùbilano le coscienze è in quello stato l’assurdo diventa ragione e diritto anche a costo della vita di un innocente. Il vero vittorioso comunque è lui, Giovanni, che precede Cristo nel martirio e conduce così la sua intrepida testimonianza fino al martirio, fino al Calvario. a cura dei Monaci Benedettini Silvestrini