Il Senato ha approvato tutta la legge di Bilancio con 166 sì, 70 no e 1 astenuto. La manovra è dunque legge. L’attesa per la Direzione del Pd delle 17.30, che tuttavia dovrebbe limitarsi ad ascoltare l’intervento di Renzi e rinviare la resa dei conti interna ad un altro momento. La difesa della Corte Costituzionale che, in una nota, spiega che l’udienza sull’Italicum non poteva essere convocata prima del 24 gennaio senza ‘privare le parti dei termini dei quali dispongono per legge, allo scopo di costituirsi in giudizio e presentare memorie’. Sono i tre eventi principali del terzo giorno della crisi di governo, aperta di fatto dalla vittoria del No al referendum e dall’annuncio di Renzi sulle dimissioni del governo.
“Legge di bilancio approvata. Alle 19 le dimissioni formali. Un grazie a tutti. Evviva l’Italia”, annuncia il premier Matteo Renzi su Twitter.
Un’approvazione lampo, quella del Senato, che non ha mancato di provocare malumori in Aula. Ma i tempi della crisi, d’ora in poi, non dovrebbero essere rapidissimi, dopo la tensione che si è alzata ieri tra il presidente della Repubblica e il capo del governo sull’ipotesi di elezioni anticipate a breve. La formalizzazione delle dimissioni al Colle dovrebbe arrivare non prima di venerdì, il via alle Consultazioni tra sabato e lunedì, con l’obiettivo di far nascere il nuovo governo appena sotto Natale.
Mattarella ha tuttavia annullato tutti gli impegni dei prossimi giorni: domani niente prima della Scala a Milano, lunedì 12 niente intervento all’università di Bologna. Il capo dello Stato ritiene ‘inconcepibile’ che le elezioni siano convocate prima di approvare una legge elettorale omogenea per Camera e Senato, quindi con intervento del Parlamento dopo la decisione della ‘Consulta annunciata per il 24 gennaio.
Renzi chiede (al Colle e al Pd) di decidere tra un governo di ‘responsabilità nazionale’ (quindi con le opposizioni) e il voto a breve. Decisivo sarà il confronto nella Direzione del Pd. Anche se la riunione potrebbe aprirsi e chiudersi oggi con il discorso di Renzi. L’ipotesi confermata da fonti del Nazareno è infatti che il segretario prenda subito la parola, spieghi le sue intenzioni e sottolinei il ruolo del Colla in questa fase, mentre il dibattito interno sul referendum e gli scenari per il nuovo governo sarebbe invece rinviato. Al Nazareno tuttavia dovrà andare in scena prima o poi il chiarimento. I Dem devono decidere cosa dire al capo dello Stato nelle consultazioni e il presidente del Consiglio dovrà chiarire le intenzioni sul futuro: governo, partito, voto, vita politica. Ad agitare il confronto anche l’intervista dell’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia, che si dice ‘pronto a unire la sinistra fuori dal Pd’ e invita Renzi a dialogare per un’alleanza che lasci fuori gli ex del centrodestra, Alfano e Verdini.
Nelle opposizioni, il leader della Lega Salvini tende la mano al M5s sull’obiettivo comune di elezioni al più presto: ‘Alzino il telefono su certi temi siamo d’accordo. Rinviare il voto è inconcepibile. Elezioni o in piazza’. Silvio Berlusconi intanto è al San Raffaele di Milano per nuovi controlli a 6 mesi dall’ intervento al cuore. L’ospedale fa sapere che è una visita di routine e che potrebbe essere dimesso nel pomeriggio. Il no di Forza Italia al sostegno a qualsiasi governo è ripetuto dai deputati azzurri riuniti stamattina: ‘Niente inciuci, il Pd ha la maggioranza, trovi le soluzione per governari’. Gli azzurri sono disponibili però a discutere sulla nuova legge elettorale. Intanto, le Province, sopravvissute al referendum, scrivono a Mattarella, per denunciare i ‘tagli insopportabili’ a causa dei quali sono ‘nell’impossibilità di predisporre i bilanci 2017, con pesanti ripercussioni sui cittadini’. Sulle scelte politiche è concentrata anche l’attenzione dei mercati, soprattutto nell’attesa di un decreto che definisca i contorni del possibile intervento pubblico sulle banche. Le Borse europee a metà giornata si confermano in rialzo, Milano +1,3% trainata dai bancari. Bene lo spread che resta sotto 160 punti.
Fonte: AnsaWeb
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