RIFLESSIONE SUL VANGELO DI QUESTO SABATO – Lo stesso Gesù si fa garante del futuro della sua chiesa nascente. Inviando i suoi ad andare in tutto il mondo per annunciare l’avvento del suo regno, ha predetto loro odi, rifiuti e persecuzioni, ma tutto ciò, quasi per assurdo, viene annoverato tra le beatitudini: «Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia». Egli vuole così dirci che insulti e persecuzioni non potranno inficiare la pace della sua chiesa, anzi proprio da quegli eventi, sgorgherà la migliore fecondità.
Neanche la gioia potrà essere compromessa come testimonieranno, prima gli apostoli, e poi la schiera dei testimoni di Cristo nel corso della storia fino ai nostri giorni. Già San Paolo affermava: «Sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa!». Non c’è quindi contraddizione tra la pace, la gioia e la fiducia cristiana e le inevitabili persecuzioni, anzi in Cristo, crocifisso e risorto, abbiamo scoperto che queste sono la via della vita, la certezza della risurrezione.
Alla sofferenza che uccide Egli ha sostituito quella che salva. Per questo predice ai suoi seguaci: «Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi». Tra i grandi doni della fede cristiana dobbiamo annoverare sicuramente quello che ci consente di valorizzare agli occhi di Dio anche gli eventi più negativi della nostra esistenza. L’esempio dei martiri ci illumini.
a cura dei Monaci Benedettini Silvestrini