LA LETTERA DEL BAMBINO MAI NATO
Questa lettera molto toccante, è un invito a prendere coscienza e consapevolezza della gravità dell’aborto, come uccisione di una creatura indifesa che si è aperta alla vita, ma ancor più è un invito alla speranza, poichè l’amore che lega un bimbo ad una madre (e viceversa), rimane per sempre. La vita è sacra ed è il Dono più grande che il Signore ci ha fatto: in essa è racchiuso un tesoro immenso di esperienze, di sentimenti, di gioie e di dolori, ma soprattutto in ogni vita è presente Dio stesso.
Ogni vita umana, è creata a immagine e somiglianza di Dio e, fin dal concepimento, è caratterizzata da un grande patrimonio genetico, unico ed irripetibile, in continuo divenire, in un’unità di anima e corpo.
Chi vive l’esperienza dell’aborto, si procura una ferita interiore profonda, che solo l’amore di Dio può colmare.
Dio, però, che è infinitamente più grande di ogni nostro peccato e che fa nuove tutte le cose, desidera sempre far rinascere spiritualmente una madre che ha abortito, guarendola col suo immenso amore e facendola diventare “luce” per altre donne, che si trovano nella stessa situazione.
Il Signore, che riesce sempre a “trarre il bene anche dal male“, accoglie tra le sue braccia misericordiose l’anima innocente volata in Cielo ed esaudisce le sue richieste di perdono e di intercessione a favore della madre, fino a quando arriverà il giorno in cui la mamma raggiungerà la sua creatura e insieme potranno lodare in eterno la Misericordia infinita di Dio, in una festa senza fine!
Cara mamma,
prima di formarmi nel tuo grembo Dio mi conosceva e, prima ancora che uscissi alla luce, mi aveva consacrato ad essere suo. Mentre ero intessuto nelle profondità del tuo corpo, era Lui che nel segreto formava le mie ossa e ordinava le mie membra (Libro del profeta Geremia 1,5; Salmo 138,15-16).
Mi stavo aprendo alla vita e tu me l’hai negata. Ero una creatura nuova, col mio cuore che palpitava in te, vicino al tuo, felice di esistere e impaziente di nascere per vedere il mondo. Volevo uscire alla luce, vedere il tuo volto, il tuo sorriso, i tuoi occhi, e invece tu mi hai fatto morire. Hai fatto violenza contro di me senza che io potessi difendermi. Perché? Perché hai ucciso la tua creatura?
Sognavo di essere fra le tue braccia, essere baciato dalla tua bocca, sentire il tuo profumo e l’armonia della tua voce. Sarei diventato una persona importante e utile alla società, amato da tutti. Forse sarei divenuto uno scienziato, un artista, un insegnante, un medico, un ingegnere, o forse un apostolo di Dio. Avrei avuto anch’io un coniuge da amare, dei figli da custodire, dei genitori da assistere, degli amici da condividere, dei poveri da aiutare: gioia di quanti mi avessero conosciuto.
Era bello stare nella tua pancia al caldo e al sicuro, vicino al tuo cuore, e attendere il grande giorno della luce per incontrarmi con te. Sognavo già di correre fra i prati in fiore, rotolarmi sull’erba fresca, rincorrerti e giocare a nascondermi e poi portarti un fiore nelle mie manine, per dirti che ti volevo bene, e poi essere abbracciato e coperto di baci. Sarei stato il sole della tua casa e la gioia della tua vita.
Stavo formandomi bene, sai? Ero bello, perfetto e sano come tu e papà. I miei piedi, le mie mani, la mia mente, si stavano formando in fretta, perché volevo vedere questa meraviglia che è il mondo, vedere il sole, la luna, le stelle e stare con te, mamma! Il mio cuore palpitava per te e prendeva il tuo sangue. Crescevo bene: io, vita della tua vita. Ma tu non mi hai voluto! Anche ora non posso capire come hai potuto eliminarmi senza sentirti straziare il cuore. È un orrore che mi tormenta anche quassù, in cielo. Non posso credere che la mia mamma mi abbia ucciso!
Chi ti ha ingannata fino a questo punto? Tu, che sei la figlia del Padre, come hai potuto tradire il Padre del tuo figlio? Perché hai fatto pagare a me il tuo errore? Perché mi hai giudicato un intruso per i tuoi piani? Perché hai disprezzato la grazia di essere mamma? I perversi ti hanno traviato il cuore e tu non hai voluto ascoltare la Chiesa, la quale insegna il bene della verità e la verità del bene. Non hai creduto in Dio, non hai voluto ascoltare la sua parola d’amore, non hai voluto seguire la sua via di verità. Hai venduto la tua anima per un piatto di lenticchie, come Esaù (Libro della Genesi 25,29-34). Oh! se avessi ascoltato la coscienza che gridava in te, avresti trovato la pace! ed io ci sarei ancora. Per un momento di prova, Dio ti avrebbe dato un’eternità di gloria. Per un po’ di tempo consumato per me, Egli ti avrebbe dato l’eternità con Lui.
Ti avrei dato tanta gioia, mamma! Sarei stato il tuo “bambino” per tutta la vita, il tuo tesoro, il tuo amore, la luce dei tuoi occhi. Ti avrei amata di amore vero, per tutta la mia esistenza. Ti avrei accompagnata nella vita, consigliata nel dubbio, rafforzata nella fede, aiutata nel lavoro, arricchita nella povertà, rallegrata nel dolore, consolata nella solitudine, premiata nella carità, assistita nella morte, amata per sempre. Non mi hai voluto! Satana ti ha ingannata, il peccato ti ha legata, la lussuria ti ha sedotta, la società ti ha corrotta, il benessere ti ha accecata, la paura ti ha oppressa, l’egoismo ti ha vinta, la Chiesa ti ha perduta.
Tu, mamma, eri il frutto della vita e hai privato la vita del suo frutto! Hai dimenticato i comandamenti e li hai considerati leggi per bambini, mentre in verità sono precetti divini scolpiti sulla roccia, che non passeranno mai, nemmeno dopo che è passato il mondo (Vangelo di Matteo 5,17-18; 24,35). Se avessi osservato il precetto dell’amore! saresti stata considerata grande nel regno dei cieli (Vangelo di Matteo 5,19).
Non sai che io avevo già un’anima immortale e che ti avrei preceduto nell’altra vita? Non ricordi le parole di Gesù? “Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l’anima e il corpo nella Geenna” (Vangelo di Matteo 10,28). Il diavolo, che ha ucciso la mia carne, non poteva uccidere il mio spirito. Per questo io sarò il tuo rimprovero nell’al di là, finché non verrai da me in paradiso. Uccidendo momentaneamente il mio corpo, hai rischiato di uccidere per sempre la tua anima. Ma spero, madre mia, che il Signore abbia misericordia di te e che un giorno tu possa venire qui, nella Luce. Io ti perdono, perché Satana ti ha ingannata e tu hai mangiato (Libro della Genesi 3,13), ma dovrai scontare il tuo peccato e la tua disubbidienza. Sappi che Dio è giusto oltre che misericordioso. Quando sarai purificata, quando avrai conosciuto la santità della legge divina e la stoltezza della vanità umana, quando avrai sperimentato la disgrazia di perdere Iddio, allora sarai pronta per venire da me e io ti accoglierò con gioia, ti abbraccerò, ti bacerò e ti consolerò per lo sbaglio che hai commesso. Io ti amo e ti perdono.
Infatti, prima di accoglierti fra le sue braccia, il Signore mi domanderà: “Figlio, hai perdonato alla tua mamma?”. Ed io gli risponderò: “Sì, Padre! per la mia morte ti chiedo la sua vita”. Poi Egli potrà guardarti senza rigore. Non avrai paura di Lui, anzi ti meraviglierai del suo immenso amore e piangerai di gioia e di riconoscenza, poiché anche Gesù è morto per noi. Capirai allora quanto Egli meritava il nostro amore. Vedi, mamma? sarò io la tua salvezza, dopo che tu fosti la mia rovina. Io ti salverò dal fuoco eterno, poiché ho pagato per te e posso decidere se accoglierti o no in paradiso. Ma non temere! Uno che vive in questo luogo d’amore non può che volere il bene, specie per la sua mamma. Vieni, piangi sul mio cuore, dopo che io ho pianto tanto sul cuore di Dio!
Nel glorioso giorno della risurrezione, quando vedrai il mio corpo luminoso, bello, giovane e perfetto come il tuo, ti renderai conto di quanto incantevole sarebbe stato il figlio tuo sulla terra. Li conoscerai questi occhi deliziosi come i tuoi, questa bocca e questo naso simili ai tuoi, queste braccia armoniose, queste mani delicate, queste gambe belle come le tue, questi piedi perfetti, e mi dirai allora: “Sì, tu sei veramente la carne della mia carne e le ossa delle mie ossa (Libro della Genesi 2,23), io ti ho formato. Perdonami! perdona il male che ti ho fatto, tesoro mio! perdona il mio egoismo e la mia stolta paura! Sono stata sciocca e imprudente. Il Serpente mi ha ingannata (Libro della Genesi 3,13). Ho sbagliato! Ma… vedi? ora sono pura come te e posso vedere Dio, perché ho purificato il mio cuore, ho scontato il mio peccato, ho santificato il mio spirito, ho meritato il mio premio, ho conservato la fede, ho perfezionato la carità. Finalmente ho capito! Grazie, amore, che hai pregato per me e mi hai atteso fino ad ora!”.
Dirai mamma: “Vieni, tesoro mio, dammi la tua mano e lodiamo insieme il Signore così: Sia benedetto Dio, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella sua misericordia ci ha rigenerati mediante la sua vita, morte e risurrezione, per una speranza viva, per una eredità che non si corrompe e non marcisce (Prima Lettera di San Pietro 1,3). Grandi e mirabili sono le tue opere, o Signore Dio onnipotente; giuste e veraci le tue vie, o Re delle genti! Chi non temerà, o Signore, e non glorificherà il tuo nome? Poiché tu solo sei santo. Tutte le genti verranno e si prostreranno davanti a te, perché i tuoi giusti giudizi si sono manifestati (Libro dell’Apocalisse 15,3-4). A Te, che sei il Salvatore: lode, onore e gloria nei secoli dei secoli! Amen”.
Redazione Papaboys
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