San Giovanni da Capestrano fu un sacerdote dell’Ordine dei Minori; è un grande esempio di santità per la sua totale dedizione per la causa del Vangelo, attraverso la predicazione in Italia e nell’Europa centrale contrastando le eresie del tempo.
Giovanni nasce il 24 giugno 1386 a Capestrano, borgo non lontano da L’Aquila; i suoi genitori erano di nobili origini. La prima istruzione l’ebbe in famiglia da uno speciale pedagogo e ancora adolescente conobbe il dolore: subì infatti, per rappresaglia, l’uccisione di ben dodici persone del parentado e la distruzione della stessa casa.
Giovanni studiò diritto canonico e diritto civile a Perugia e diventò anche giudice di questa città, facendosi notare e ricordare per la sua integrità morale e imparzialità.
Stava per far rientro in paese per guadagnare un po’ di denaro e così autofinanziarsi gli studi per la promozione al dottorato, quando, nel 1415 in seguito ad un conflitto tra Perugia e Rimini, cadde prigioniero.
Come sarà alcuni secoli dopo per Sant’Ignazio di Loyola che si convertì durante la prigionia, così fu per Giovanni da Capestrano. Una volta libero, fece annullare il suo matrimonio (mai consumato) e prese i voti nel convento francescano di Assisi.
Entrò tra i francescani osservanti, divenendo sacerdote nel 1417.
La sua vita si può dividere in due grandi periodi: il primo comprende la sua attività in Italia fino al 1451; il secondo la sua predicazione nell’Europa centrale e la partecipazione alla battaglia di Belgrado, e la morte (1456).
Nel primo periodo furono tre i principali interessi di Giovanni: la predicazione, la difesa della ortodossia cattolica e la riforma dei frati minori.
A partire dal 1422 cominciò a predicare a L’Aquila davanti a grandi folle, che rimanevano estasiate alle sue parole e al suo entusiasmo. Folle enormi lo seguiranno anche a Roma, Siena, Perugia, Milano, Padova, Vicenza, Venezia e altre città. Fece anche alcune puntate in Spagna e in Terra Santa. La sua predicazione, specialmente durante l’Avvento e la Quaresima, fu un grande aiuto per il rinnovamento spirituale e dottrinale delle popolazioni italiane del tempo.
Diventato un predicatore famoso, Giovanni ne conobbe un altro grandissimo, Bernardino di Siena, di cui divenne amico (e difensore quando venne accusato di idolatria). Fu quest’ultimo a comunicargli la devozione al nome di Gesù (condensato nelle famose tre lettere IHS che significavano Jesus Hominum Salvator, Gesù Salvatore degli uomini).
Per le sue conoscenze del diritto Giovanni veniva anche chiamato dai papi come paciere e come diplomatico incaricato di delicate missioni.
Venne nominato in seguito inquisitore dei Fraticelli: è chiamato così a combattere il fraticellismo. Si trattava di una setta nata all’interno dei frati francescani che pretendeva di praticare “alla lettera e senza glosse” la prima regola di San Francesco. Proprio per il successo che ebbe come riformatore dell’ordine francescano si meritò l’appellativo di “Colonna dell’Osservanza”.
Altro incarico che svolge con molto zelo e efficienza, anche senza i risultati desiderati, fu la sua attività di inquisitore degli Ebrei
(1427) o meglio la sua battaglia contro l’usura, grandemente ed efficientemente praticata da questi, che ha poi lasciato su di loro lungo i secoli seguenti una fama poco bella.Giovanni si era adoperato presso papi, principi e governatori di città, e specialmente presso la regina Giovanna di Napoli, per far applicare le leggi contro l’usura in generale e contro gli Ebrei in modo particolare, cercando di costringere questi ultimi ad osservare le disposizione del diritto ecclesiastico e civile del Regno. Non ebbe grande successo anche perché non godette degli appoggi importanti su cui lui contava.
Dal 1451 al 1456 abbiamo il secondo periodo della vita di Giovanni quello propriamente “europeo”. Su istanza di papa Niccolò V egli partì per l’Austria insieme a dodici compagni (tra i quali uno dei suoi biografi, un certo Nicola della Fara).
Fu lo stesso imperatore Federico III a richiedere la sua presenza come predicatore (predicò in Baviera, nella Turingia, nella Sassonia, Slesia ed in Polonia, parlando in latino e aiutato da un interprete), come riformatore dei frati conventuali, come inquisitore degli Ebrei e anche per cercare di riconvertire gli hussiti di Boemia. Questi erano i seguaci del riformatore Jan Hus (teologo), bruciato come eretico nel 1415 (e “riabilitato” da Giovanni Paolo II nel dicembre ’99, quando espresse il “profondo rammarico per la crudele morte inflitta a Jan Hus e per la conseguente ferita, fonte di conflitti e divisioni, che fu in tal modo aperta nelle menti e nei cuori del popolo boemo”).
Ovunque c’era da incitare, da guidare e da combattere, alzava la sua bandiera fregiata dal raggiante stemma di Gesù o addirittura una pesante croce di legno, che ancora si conserva all’Aquila, e si gettava nella mischia, con teutonica fermezza e con italico ardore. Aveva settant’anni, nel 1456, quando si trovò alla battaglia di Belgrado investita dai Turchi.
Entrò nelle schiere dei combattenti, dove era più incerta la sorte delle armi, incitando i cristiani ad avere fede nel nome di Gesù. “Sia avanzando che retrocedendo – gridava – sia colpendo che colpiti, invocate il Nome di Gesù. In Lui solo è salute!“.
Per undici giorni e undici notti non abbandonò mai il campo. Ma questa doveva essere la sua ultima fatica di combattente.
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Muore il 23 ottobre 1456 a Ilok, in Slavonia, oggi Croazia orientale. Il suo culto come beato è stato confermato il 19 dicembre 1650 mentre venne canonizzato il 16 ottobre 1690 da papa Alessandro VIII.
Il corpo di San Giovanni è conservato nella chiesa francescana di San Giovanni da Capestrano ad Ilok, nella Croazia. È patrono dei cappellani militari e dei giuristi.
Merita di essere ricordato per le sue prediche travolgenti e convincenti (e le sue prediche non erano propriamente uno show: duravano infatti dalle due alle tre ore, con qualche eccezione ancora più a lungo).
Fu un uomo di successo apostolico per le conversioni spettacolari operate, per i suoi poteri taumaturgici che esercitava per la povera gente, e anche per la sua esemplare umiltà; inoltre amava digiunare e si sottoponeva a grande penitente, anche fisiche.
(Fonte santiebeati.it – Autore: Don Mario Scudu, SDB)
O Dio, che hai scelto san Giovanni da Capestrano per rincuorare il popolo cristiano nell’ora della prova, custodisci la tua Chiesa nella pace, e donale sempre il conforto della tua protezione. Amen.
Oppure:
Glorioso San Giovanni oggi ti eleggo
a mio speciale patrono:
sostieni in me la Speranza,
confermami nella Fede,
rendimi forte nella Virtù.
Aiutami nella lotta spirituale,
ottienimi da Dio tutte le Grazie
che mi sono più necessarie
ed i meriti per conseguire con te
la Gloria Eterna. Amen.
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