Cadaveri «abbandonati per strada». Ospedali vicini «al collasso». La gente rintanata nelle case, senza «neanche la possibilità di poter scappare». La situazione ad Aden, dove ormai «si combatte strada per strada» tra i miliziani Houthi e gli uomini fedeli al presidente Abd Raddo Mansur Hadi, è ormai «catastrofica». Il grido d’allarme arriva dal portavoce del Comitato Internazionale della Croce Rossa a Sanaa, Marie Clarie Feghali, che ha confermato l’arrivo lunedì nel Paese del primo aereo con personale medico.
«Il minimo che possiamo dire è che la situazione è catastrofica» e che «la guerra è a ogni angolo della città», ha aggiunto Feghali. A causa dei combattimenti, la maggior parte dei circa 800mila abitanti «non possono nemmeno scappare». «I cadaveri sono lasciati in strada, nessuno può avventurarsi in strada e andare a rimuoverli». «E la situazione è anche peggiore negli ospedali», aggiunge il portavoce, la cui organizzazione ha invano chiesto una pausa umanitaria per portare aiuti.
Anche Medici senza frontiere, ritiene che «la situazione peggiori di giorno in giorno», come ha avvertito il capo della sua missione, Marie Elisabeth Ingres.
I numeri di questa «catastrofe umanitaria» sono sempre più drammatici. E inquietanti. Le vittime dei combattimenti sono più di 540, i feriti 1.700. A tracciare il bilancio dell’Organizzazione Mondiale della sanità (Oms). Secondo l’Unicef, da quando sono iniziati i combattimenti, il 26 marzo, almeno 74 bambini sono stati uccisi e 44 sono rimasti mutilati. E sono cifre prudenti perché l’Unicef ritiene che il numero totale dei bambini uccisi sia molto più alto, visto che il conflitto si è intensificato nel corso della scorsa settimana.
«I bambini stanno pagando un prezzo intollerabile per questo conflitto», ha osservato Julien Harneis, rappresentante Unicef nel Paese. «Sono stati uccisi, mutilati e costretti a fuggire dalle loro case, la loro salute minacciata e la loro istruzione interrotta. A questi bambini deve essere immediatamente concessa una speciale protezione da tutte le parti in conflitto, secondo il diritto internazionale umanitario».
Ieri intanto si è appreso che miliziani di al-Qaeda hanno preso d’assalto un’isolata postazione frontiera yemenita, al confine con l’Arabia Saudita, uccidendo almeno due guardie frontaliere. Nel mirino dell’incursione, la base alle porte di Manwakh, 440 chilometri a nord-est della capitale Sanaa.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Avvenire