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Yemen. Liberato il sacerdote salesiano rapito 18 mesi fa. Grazie Signore per questa vita

“Il salesiano missionario indiano don Thomas Uzhunnalil, sequestrato oltre 18 mesi fa in Yemen da un gruppo di guerriglieri, è stato liberato. Ad annunciare la notizia sono stati i media indiani, secondo i quali il religioso salesiano si trova ora a Muscat, in Oman. La conferma ufficiale è arrivata da un tweet del ministro degli Esteri indiani, Sushma Swaraj”.

Padre Tom, dimenticato perché non europeo

Lo si legge in una nota diffusa da Infoans, l’agenzia di informazione salesiana. “Don Uzhunnalil – ricorda la nota – era stato rapito da un commando di uomini armati il 4 marzo 2016, durante un attacco alla casa delle Missionarie della Carità di Aden, in Yemen, nel quale morirono 16 persone, tra cui 4 religiose”.

Chi è don Thomas
Don Thomas Uzhunnalil, appartenente all’Ispettoria dei Salesiani di Bangalore (India), dal 2012 è missionario in Yemen, dove ha portato avanti il suo ministero prima a Taiz e poi ad Aden, presso la chiesa dedicata a san Francesco. I Salesiani sono presenti nello Yemen da 30 anni e sono gli unici ministri cattolici presenti nel Paese. Al momento del rapimento, ad Aden era rimasto soltanto don Thomas, che collaborava strettamente con l’unica altra congregazione religiosa presente in città, le Missionarie della Carità.






I suoi appelli in 2 video
Mentre si trovava nelle mani dei rapitori, don Thomas era stato costretto a registrare in almeno 2 occasioni video appelli per la sua liberazione. Nel video del 26 dicembre 2016, appariva con la barba ispida e le guance scavate, il viso magro e sofferente. «Onorevoli primo ministro e presidente dell’India, sono profondamente rattristato perché nessuna seria azione è stata intrapresa per ottenere la mia liberazione», era costretto a dire il salesiano, nel filmato di poco più di cinque minuti. Aggiungendo: «La mia salute peggiora. Devo essere ricoverato in ospedale al più presto. Vi prego, aiutatemi presto». In un altro video, del 9 maggio scorso, il sacerdote assicurava di essere trattato bene, ma denunciava il peggioramento delle sue condizioni di salute.




Fonte www.avvenire.it

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