In Yemen, un gruppo di uomini armati hanno fatto saltare ieri una chiesa cattolica ad Aden, la seconda città del Paese, teatro in questi mesi di un’ondata di attentati, l’ultimo dei quali domenica in cui sono rimasti uccisi il governatore della provincia e altre sei persone.
Probabile la matrice islamista
Secondo fonti locali citate dal quotidiano libanese L’Orient le Jour e dall’agenzia turca Anadolu, quattro uomini mascherati hanno fatto irruzione nel quartiere residenziale Hafoune a Moualla, dove hanno distrutto con esplosivi la chiesa al grido “Allahou Akbar”. L’edificio è adesso ridotto a una massa di macerie. La chiesa, adiacente al cimitero cristiano era stata costruita negli anni ’50 sotto il dominio britannico. L’attacco non è stato rivendicato, ma un funzionario della polizia ritiene probabile la pista dei jihadisti di Al Qaeda e del sedicente Stato Islamico, che in questi mesi hanno aumentato la loro presenza nel territorio, approfittando della guerra civile tra i ribelli Huthi e le forze sunnite fedeli al Presidente Abdel Rabbo Mansour Hadi e del vuoto di potere che si è venuto a creare. Il 16 settembre scorso era stata incendiata la chiesa di San Giuseppe, situata in un altro quartiere di Aden.
Dallo Yemen partiti quasi tutti i cattolici
A causa della guerra, dallo Yemen sono partiti quasi tutti i cattolici. I pochi rimasti sono assistiti da fratel Thomas A. Kizhake Nellikunnel e da fratel George Muttathuparambil, ambedue salesiani indiani. A settembre invece risultavano essere restate tutte le Missionarie della carità di Madre Teresa, una ventina distribuite in quattro case – Sana’a, Hodeida, Taiz e Aden – per assistere malati mentali.
Redazione Papaboys (Redazione it.radiovaticana.va/Lisa Zengarini)